Gianni Corbi

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Gianni Corbi (Avezzano, 6 febbraio 1926Roma, 31 luglio 2001) è stato un giornalista italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Targa di Largo Gianni Corbi ad Avezzano

Figlio di un avvocato abruzzese, da parte di madre è parente con gli scrittori Sandro De Feo e Nicola De Feo, zii materni. Nipote da parte di padre di Bruno Corbi, militante e futuro parlamentare del Partito Comunista Italiano.

Si trasferisce negli anni precedenti allo scoppio della Seconda guerra mondiale a Roma, al seguito della famiglia, diventando un attivo antifascista, e fondando, con i compagni di studio Ferdinando Agnini, Orlando Orlandi Posti e Nicola Rainelli, l'"Associazione degli studenti universitari", movimento repubblicano e clandestino.

Dopo l'armistizio del settembre 1943, le azioni di sabotaggio organizzate da Corbi si moltiplicano, e con Maurizio Ferrara dà vita al "Csa, comitato studentesco di agitazione".

Al termine della guerra Corbi si dedica al giornalismo, scrivendo per Il Messaggero e, grazie a contatti con Arrigo Benedetti, entra nel 1955, del neonato mensile L'Espresso, diretto dallo stesso Benedetti e con Eugenio Scalfari come vicedirettore, dove presto diviene caporedattore. Nel marzo del 1968 diviene direttore della rivista sostituendo Scalfari, fino all'aprile del 1970. Nel 1971 fu tra i firmatari dell'appello contro il commissario Luigi Calabresi. Rimarrà al settimanale come direttore editoriale per 15 anni, fino all'età del pensionamento. Fu poi "garante del lettore" del quotidiano la Repubblica[1].

Il Dossier Mitrokhin, al report nº 35, lo accusa di essere stato una spia al soldo del KGB da prima del 1972[2], circostanza che tuttavia non è mai stata provata ed è stata fermamente smentita dallo stesso Corbi. Nel 2002 Paolo Guzzanti, presidente della Commissione bicamerale incaricata di indagare sul dossier, chiarì definitivamente che Corbi e gli altri giornalisti coinvolti (tra cui Sandro Viola e Giuliano Zincone) erano «persone innocentissime»[3].

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2016 il comune di Avezzano ha intitolato un largo di piazza Torlonia al giornalista[4].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Repubblica e L'Espresso dicono addio a Gianni Corbi, su repubblica.it (archiviato il 10 marzo 2016).
  2. ^ Biografia Gianni Corbi, su storiaxxisecolo.it (archiviato il 10 marzo 2016).
  3. ^ Cinquantamila giorni. Giuliano Zincone, su cinquantamila.corriere.it, Corriere della Sera, 30 ottobre 2014. URL consultato il 19 ottobre 2016 (archiviato il 19 ottobre 2016).
  4. ^ Inaugurato il "Parco dei Letterati" in ricordo di Gianni Corbi, Vittoriano Esposito e Romolo Liberale, su comune.avezzano.aq.it, Comune di Avezzano, 1º ottobre 2016. URL consultato il 10 marzo 2017 (archiviato il 9 novembre 2017).

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Direttore de L'Espresso Successore
Eugenio Scalfari 31 marzo 1968 - 5 aprile 1970 Livio Zanetti
Controllo di autoritàVIAF (EN29571583 · ISNI (EN0000 0000 8108 2618 · LCCN (ENn90677874 · BNF (FRcb121507922 (data) · J9U (ENHE987007369109905171 · WorldCat Identities (ENlccn-n90677874
  Portale Biografie: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di biografie